Un dandy, un flaneur, un neo liberty, un francescano, un neoclassico beffardo, un Gozzano dopo la scuola di Francoforte, un asburgico a Roma, Valentino Zeichen è un poeta che attrae da subito perché sembra una figura d'altri tempi e che conquista per la bellezza di versi che sono solidamente, densamente radicati nella contemporaneità e nelle sue contraddizioni.
Nato a Fiume nel 1938, profugo verso Roma dopo la guerra, Zeichen è poeta che ha percorso, in nome di una coerenza etica, una strada di irregolarità, nella vita come nella letteratura: è uno che ha fatto mille mestieri, dal verniciatore al fattorino al tipografo all'attore di teatro off, che ha viaggiato in autostop per l'Europa e l'Africa, e che oggi vive in un piccolo prefabbricato al centro di Roma, risistemato con le sue mani.
Allo stesso modo, nella poesia, ha seguito un intinerario assolutalmente personale, difendendo le ragioni private di un uomo completamente scettico nei confronti dei miti moderni. A un battesimo letterario avvenuto negli anni della neovanguardia, Zeichen ha opposto fin dalla sua prima raccolta, Area di rigore del '74, l'esigenza di una ricerca approfondita e propria, svincolata da adesioni a un discorso generazionale o di gruppo. Le sue scelte stilistiche sono nette, il suo è un verso che prende dal parlato, alto e basso, per comporre una poesia di tipo argomentativo, epigrammatico, quasi-saggistico, che da un lato mette in scena il disincanto esistenziale, per certi versi anarchico, nei confronti dei grandi universali, e dall'altro si pone come una vera nuova poesia civile, che affronta il tema della guerra e dell'esistenza stessa come rapporto bellico (Pagine di gloria, Gibilterra), quello di un'ecologia critica ("Apocalisse per acqua") e del nostro confronto con la Storia (Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio).
Il flaneur Zeichen è riuscito - attraverso l'esercizio costante di questa ironia robusta, etica in senso socratico - a resistere aldilà delle infatuazioni momentanee, dei momenti di oblio e di riscoperta che la poesia attraversa, ed è oggi considerato una delle voci più importanti, anche a livello europeo; il suo valore è riconosciuto dall'unanimità della critica e incontra un interesse sempre più vasto anche da lettori spesso distanti dalla poesia.